La depressione non è solo un’assenza di energia o vitalità, ma spesso rappresenta una lotta silenziosa con emozioni represse, come la rabbia inespressa. In terapia della Gestalt, secondo un approccio fenomenologico-esistenziale, la depressione è vista come un’interruzione del contatto con il mondo e con se stessi. Uno dei meccanismi centrali che contribuisce a questa dinamica è la retroflessione, in cui l’individuo trattiene dentro di sé impulsi o emozioni che non riesce a esprimere verso l’esterno.
Retroflessione e Rabbia: una Scissione del Sé
La retroflessione, come descritta da autori come Jean-Marie Robine e Mariano Pizzimenti, è un meccanismo di difesa in cui il sé si scinde in due parti: una che agisce (topdog) e una che subisce (underdog). Questo processo non avviene consapevolmente, ma emerge come una modalità appresa per evitare il rischio del conflitto o del rifiuto. Ad esempio, un impulso naturale di rabbia, che potrebbe servire per affermare i propri bisogni, viene invece rivolto contro di sé. Questo crea un conflitto interno che si manifesta come depressione.
Secondo Paolo Quattrini, la depressione è spesso il risultato di una negazione sistematica della propria aggressività. Egli sottolinea che l’aggressività, intesa come forza che permette di orientarsi nel mondo, è essenziale per il senso di autenticità. Quando questa energia viene repressa, si produce una “paralisi esistenziale” che si manifesta con senso di vuoto e impotenza.
la Dimensione Esistenziale della Depressione
Claudio Naranjo, psicoterapeuta e filosofo gestaltico, affronta la depressione da un punto di vista esistenziale, legandola alla perdita del contatto con il proprio “essere autentico”. Secondo Naranjo, la depressione è il risultato di un adattamento eccessivo alle aspettative sociali o familiari, che porta alla rinuncia ai propri desideri profondi. In questa prospettiva, la rabbia inespressa è il sintomo di un sé soffocato, incapace di vivere pienamente la propria esistenza.
Naranjo invita a esplorare la depressione non solo come un disturbo, ma come un’opportunità per riconoscere la propria alienazione e riscoprire il senso della vita. Per lui, la terapia è un viaggio trasformativo in cui il cliente viene accompagnato nel contattare le emozioni represse e nell’integrarle nel proprio ciclo di esperienza.
L’Aggressività: Forza Vitale Incompresa
Per Fritz Perls, fondatore della terapia della Gestalt, l’aggressività non è qualcosa da temere o reprimere, ma una forza vitale che ci spinge verso il contatto e la crescita. Il termine stesso deriva dal latino “ad-gredior”, ovvero “avvicinarsi”. La rabbia, quindi, non è altro che un’energia mal gestita che, se trattenuta attraverso la retroflessione, diventa auto-distruttiva. Jean-Marie Robine osserva che l’aggressività, se integrata nel ciclo del contatto, diventa una risorsa per il cambiamento e la trasformazione.
L’Approccio Fenomenologico-Esistenziale alla Depressione
La terapia della Gestalt, con il suo approccio fenomenologico-esistenziale, invita il cliente a esplorare l’esperienza del “qui e ora”, riconoscendo i modi in cui interrompe il contatto con sé stesso e con il mondo. La depressione viene vista non solo come un problema da risolvere, ma come un messaggio esistenziale che invita alla trasformazione.
Attraverso tecniche esperienziali come il dialogo interno, l’uso della sedia vuota o le drammatizzazioni, il terapeuta aiuta il cliente a entrare in contatto con la propria rabbia e a riformularla come un segnale di bisogno insoddisfatto. Questo processo consente al cliente di reintegrare le parti scisse del sé, riconnettendosi con la propria autenticità e il proprio senso di responsabilità delle proprie scelte.
Paolo Quattrini aggiunge che il compito del terapeuta è quello di creare uno spazio sicuro dove il cliente possa osservare e sperimentare le proprie emozioni, senza giudizio, ma con curiosità e accoglienza.
Ogni crisi, inclusa la depressione, può essere vista come un’opportunità per interrogarsi sul proprio modo di essere nel mondo. La terapia della Gestalt non cerca di “aggiustare” il cliente, ma di accompagnarlo in un processo di scoperta e consapevolezza, restituendo significato alle sue esperienze.
Se senti che la rabbia inespressa e il senso di isolamento stanno limitando la tua vita, la terapia della Gestalt può offrirti un percorso di esplorazione e guarigione. Attraverso un approccio che valorizza il contatto autentico e la consapevolezza, è possibile trasformare la depressione in una via per una maggiore vitalità e autenticità.
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“La depressione può diventare un trampolino di lancio verso una vita più autentica.”